Il rapporto del ciclista con il sellino della bicicletta è certamente una tematica che interessa molti, i problemi di dolore perineale nonostante la vasta gamma di selle disponibili sul mercato continuano ad essere presenti tra i ciclisti, cerchiamo di capire (tralasciando i casi patologici) da cosa può dipendere questa problematica dolorosa e se possiamo imputare il fastidio esclusivamente ad una scelta errata del sellino o se è corretto ricercare in altri aspetti la causa reale.
La scelta del sellino ad oggi avviene casualmente o nella migliore delle ipotesi sotto consiglio del negoziante di bici, solo in alcuni casi ci si rivolge ad un esperto in materia. Dai più esperti ai meno esperti sembrano essersi definiti alcuni passaggi fondamentali per questo genere di valutazione, procedura avvallata dal fatto che anche gli stessi produttori di selle danno chiare indicazioni sul come valutare una seduta, e quindi sull’indirizzare ad un corretto acquisto l’utilizzatore finale.
Le linee guida delle aziende produttrici hanno contribuito a ridurre il caos generale, seppur essendo un’intuizione corretta, rimane sempre un sistema di valutazione poco adatto a soggetti con problematiche o che presentano esigenze particolari.
Il ciclismo è uno sport quasi perfetto, ovvero non essendo uno sport da impatto non espone a rischi articolari chi lo pratica (in maniera sana), eppure su questo aspetto troviamo un “neo”, l’appoggio della seduta.
L’abitudine alla sella è un passaggio obbligatorio per chi si approccia a questo sport o per chiunque effettui semplicemente un cambio di sellino, tale problematica coinvolge anche i praticanti assidui che nonostante abbiano sviluppato negli anni una sorta di abitudine, trovano fastidiose le prime fasi di attività dopo ogni minima variazione ergonomica o posizionamento del sellino.
Partendo dalla causa scatenante possiamo semplificare alcune tipologie di fastidio:
Dolore da compressione: tutti i fastidi ricollegabili alla pressione sul tessuto molle, dolore nella minzione, indolenzimento delle parti intime, sensazione di fastidio e dolore al tatto, ispessimento del tessuto, edema sottocutaneo, ecc.
Dolore da sfregamento: tutte le problematiche nate dalla frizione, irritazioni della cute, follicolite, piaghe ed ulcere, ecc.
Fastidi da contatto: le reazioni della cute a materiali sintetici e prodotti per l’igiene poco dermocompatibili, dermatite, ecc.
COME MAI HO DOLORE NELLA ZONA PELVICA NONOSTANTE UTILIZZI UNA SELLA APPARENTEMENTE APPROPRIATA?
La scelta del sellino rappresenta il passaggio fondamentale per un buon settaggio, avere una seduta comoda significa avere la possibilità di esprimere la forza e tutelare le zone sensibili.
Figura 1 Esempio di analisi posturale
Per scegliere un sellino sono necessarie delle valutazioni specifiche della mobilità del bacino, del rachide e degli arti inferiori, oltre ad una valutazione posturale statica e dinamica dell’atleta.
È un genere di valutazione complesso, per questo qualsiasi forma di semplificazione non è in grado di rilevare una problematica disfunzionale del movimento di uno di questi comparti.
I punti chiave dei sistemi convenzionali per la valutazione della taglia e tipologia di sellino sono sostanzialmente la distanza tra tuberosità ischiatiche e la capacità di flessione del rachide.
Figura 2 Esempio di misurazione della distanza ischiatica
Le varie classificazioni di sella sono utilissime per orientare la scelta del sellino, abbiamo selle con vari gradi di convessità e forme sempre più svariate, allora come mai questo tipo di valutazione spesso non riesce ad identificare un appoggio ideale ed a proporre una soluzione?
La risposta sta nella “anatomia del movimento” del bacino, la pelvi non è una struttura fissata, attraverso le articolazioni sacroiliache e la sinfisi pubica ha capacità di movimento, essendo una parte anatomica che fa da base per il movimento ma al contempo subisce il movimento stesso degli arti inferiori e del tronco, tende ad assumere un comportamento personalissimo durante le varie fasi del gesto atletico.
L’assetto e la mobilità del bacino sono (in parte) il risultato delle forze che lo trazionano, per questo una condizione di equilibrio muscolare riesce a giovare alla seduta del ciclista.
Figura 3 A Sx esempio: movimento di nutazione del sacro e Dx alcune inserzioni muscolari sulla zona pubica
La buona mobilità del bacino è un elemento fondamentale per non avere problemi di seduta, una pelvi libera di muoversi è in grado (una volta inquadrata la tipologia di sella ideale per la conformazione e posizione) di accomodarsi e di distribuire correttamente il peso su una superficie di appoggio ampia.
È infatti facile ricondurre un problema di fastidio perineale ad un atleta con scarsa mobilità.
La zona di appoggio sul sellino è una costante obbligata quindi è inutile cercare soluzioni fantasiose, per avere un carico accettabile basta distribuire il giusto peso sulle zone capaci di sostenerlo, in questo caso l’equilibrio delle pressioni è fondamentale.
Figura 4 Analisi della distribuzione del carico di appoggio sul sellino – presso Studio CTM.
L’atteggiamento corretto dell’appoggio perineale può variare nel soggetto al variare della capacità di movimento, possiamo quindi parlare per un soggetto con margine di miglioramento di un corretto appoggio “provvisorio”.
L’inclinazione pelvica caratterizza la pedalata e va rieducata solamente in caso di forte incompatibilità della seduta.
Altre informazioni utili sull’articolo “è corretto posizionare la sella in bolla?”
Si esistono sedute poco compatibili con l’attività ciclistica come esistono pesi e condizioni fisiche poco adatte all’agonismo o alle ore di sella, senza entrare troppo nello specifico vediamo alcuni esempi di condizioni e pratiche da evitare assolutamente per non avere problemi di seduta.
Il sovrappeso è un fattore limitante molto importante, è frequente avere a che fare con ciclisti in sovrappeso che presentano problematiche perineali.
È Intuibile che una persona che presenta un sovrappeso ha maggiore compressione dell’area di appoggio perineale e quindi ne consegue che la sua capacità di sopportare questa pressione sarà minore rispetto ad un atleta al peso forma.
Figura 5 Esempio “indicativo” di persona in sovrappeso
Strategia
Perdere peso
La scarsa elasticità: è un fattore limitante importante in quanto l’adattamento del bacino alla seduta è dato dalla sua capacità di accomodarsi sulla sua superficie.
Figura 6 Esempio di struttura poco armonica
Strategia:
Settaggio o geometria errata della bici: quote e geometria inadatta possono amplificare le problematiche di compressione della zona perineale, avere la possibilità di lavorare comodi, senza stress dati dalla posizione è fondamentale per non caricare eccessivamente le zone delicate.
Strategia:
Abbigliamento non idoneo: utilizzare abbigliamento con materiali sintetici di bassa qualità può provocare irritazioni della cute
Strategia:
Strategia:
Quando non si trova una seduta comoda è consigliabile chiedere una consulenza ad un tecnico esperto, spesso questa difficoltà è data proprio da una disfunzione del movimento delle parti interessate.
È utile in tutti i casi cercare di ritrovare la mobilità della pelvi, vi consiglio dei semplici esercizi da effettuare contestualmente allo stretching abituale.
Altre informazioni a riguardo sull’articolo “risolvere il dolore perineale del ciclista con gli esercizi”
1’-2’ per arto a necessità, ricercare il lento rilascio della parte (per la modalità vedi articolo sullo stretching)
Il discorso è molto ampio e necessita di una valutazione e di un ragionamento, quindi se avete problemi cercate il supporto di un professionista.
CONCLUSIONI
Ci sono casi in cui pur identificando l’ergonomicità e l’ampiezza del sellino non ritroviamo comfort nella seduta. Il bacino non è una struttura saldata e cosi come la colonna non è un segmento rigido, quindi in caso di limitazioni o particolarità posturali le semplificazioni eccessive nella scelta e nel settaggio del sellino non trovano mai una soluzione adatta.
Per identificare una seduta compatibile bisogna analizzare nel dettaglio la struttura con una analisi posturale dinamica. Effettuare un controllo dinamico della seduta non vuol dire analizzare solamente la pressione esercitata sul sellino ma anche comprenderne le dinamiche imposte dal movimento del bacino, degli arti inferiori e della colonna.
In caso di problematiche ripetute non esitate a chiedere un consulto ad un professionista qualificato, una buona valutazione rimane la chiave per impostare un ragionamento risolutivo, sia compensatorio che rieducativo, ma in ogni caso la tempestività nell’intervento facilita la risoluzione.