L’associazione mal di schiena e ciclismo è da sempre terreno di discussioni tra professionisti e sportivi, il dubbio se pedalare faccia bene o faccia male alla colonna vertebrale è ancora oggi vivo in molti. Cercheremo con questo articolo di dare un buon consiglio a chi soffre di mal di schiena, portando direttamente in esame un caso specifico (di successo) trattato presso il nostro centro specializzato. Valuteremo l’evoluzione positiva (refertata) della condizione dell’atleta, questo per dare uno spunto utile al ragionamento personale, tenendo sempre ben presente che ogni caso è unico e presenta caratteristiche uniche.
La sensazione di mal di schiena dopo un’uscita in bicicletta è certamente derivante da una condizione di stress, l’attività ciclistica prevede la mobilizzazione e l’utilizzo del rachide in posizioni che se non ben ponderate o in presenza di limitazioni fisiche possono stressare la zona, inquadrare la causa del dolore è il fondamento per la risoluzione del problema del dolore alla schiena del ciclista.
Telaio di taglia inappropriata
Un telaio di taglia inappropriata non permette sempre il posizionamento del ciclista con il corretto assetto, le aziende attuali ci mettono a disposizione diverse geometrie e non è difficile identificare la più compatibile con la nostra condizione attuale. Pedalare su un telaio troppo grande o troppo piccolo non consente al ciclista di rimanere posizionato correttamente ed il sovraccarico della schiena (e non solo) è una delle consequenze.
Posizionamento errato dei componenti della bici
Molto frequentemente siamo in presenza di un telaio corrispondente alle esigenze del soggetto, ma ritroviamo un cattivo settaggio dei componenti. Con il posizionamento dei componenti possiamo rendere comoda o scomoda una bici, è quindi fondamentale una buona valutazione biomeccanica.
Scelta errata dei componenti della bici
La scelta delle quote è fondamentale come lo è la scelta dei componenti utilizzati, un ulteriore importante margine di settaggio è offerto dalla componentistica, diverse forme e misure possono essere fondamentali per il sostegno o l’utilizzo corretto della bici.
Problematiche posturali/patologiche del ciclista
Le problematiche posturali presenti in vita non scompaiono in bici! Questo concetto deve essere ben chiaro, una rieducazione posturale è alla base del benessere, occorre quindi essere consapevoli del proprio stato per migliorarsi.
Ci sono molti casi in cui pedalare aiuta ad alleviare i dolori alla schiena presenti in vita, il dolore alla bassa schiena ecc (approfondiremo nella seconda parte dell’articolo).
Problematiche comportamentali del ciclista
Per problematiche comportamentali intendo gli atteggiamenti assunti durante l’attività sportiva, lavorativa o i vizi di giornata, esistono lavori che impongono posizioni dannose per la schiena e questo produce nella maggior parte dei casi problematiche dolorose.
Anche alcuni tipi di sport caricano maggiormente la schiena rispetto ad altri.
Condizioni occasionali di stress del ciclista
Questo fattore è legato al periodo, ci sono fasi in cui per aumento dell’attività fisica, lavoro o per allenamenti/gare in condizioni estreme possiamo avere dei risentimenti. E’ importante capire a livello personale se l’affaticamento è causato da evento occasionale e straordinario o se deriva da una problematica ridondante.
In caso di dolore significativo la diagnosi spetta al medico competente, che dopo aver dato il via libera all’attività sportiva ci darà la possibilità di rivolgerci ad un esperto di postura e di movimento umano, magari fortemente radicato nel ciclismo, oppure, meglio da un pool di professionisti con queste caratteristiche.
NON sono sufficienti corsi di un week end o similari per poter effettuare questo tipo di valutazione, ma occorre avere una ampia conoscenza per poter effettuare un ragionamento omnicomprensivo corretto.
Quando siamo in presenza di disarmonie posturali un posizionamento scriteriato può enfatizzare il problema del mal di schiena del ciclista o semplicemente non risolverlo. L’attività ciclistica impone un atteggiamento non proprio rispettoso per alcune curve del rachide, questo è vero ma è anche vero che non esiste un solo settaggio per persona, ogni variazione della posizione/scelta dei componenti comporta il carico o lo scarico dei comparti interessati, è quindi possibile cercare di orientare il setting verso una linea che preveda la tutela della schiena del ciclista ed il maggior rispetto delle proprie curve fisiologiche e della capacità atletica.
Il trattamento di un caso di mal di schiena nel ciclismo in caso di scarsa capacità atletica:
in questo caso parliamo di mal di schiena lombare nel ciclismo, la strategia applicata per questo ciclista ha previsto in primis l’identificazione delle limitazioni nel movimento ed un analisi posturale, accompagnato da un piano di esercizi posturali dedicato, in seconda istanza l’adattamento ottimale del mezzo (componenti e quote) per garantire durante la rieducazione posturale la possibilità di rimanere in attività al meglio.
Come fare un controllo della schiena , mobilità e postura
Non bisogna cercare di seguire un disegno standard, le interconnessioni corporee che influenzano la mobilità dell’uomo sono moltissime e nessun parametro medio calcolo matematico o software è in grado di identificarle con precisione ed esattezza.
Pedalare è una attività benefica alla colonna, a condizione che vengano rispettate alcune condizioni (questo per non generalizzare).
A tal proposito riporto una nostra esperienza con un Atleta rivoltosi a noi nel 2015 per una problematica lombare e quindi un classico caso di dolore lombare del ciclista.
Senza entrare troppo nel dettaglio, mettiamo a confronto due dati di RM del tratto lombo-sacrale interessato e confrontiamo i due referti apprezzando le variazioni in positivo della colonna.
Panoramica del caso specifico:
Atleta mediamente assiduo all’attività, 3-4 uscite settimanali in mtb (oggi anche strada), presenta fastidio e dolore lombare durante e dopo la bici, dolore lombare in salita, nonostante varie terapie il fastidio permane e sembra non dare accenno di miglioramento.
Precedenti controlli di RM attestano la presenza di:
Perdita della lordosi fisiologica, discopatia degenerativa del tratto L4-S1, ernia sotto legamentosa mediana a livello l4-l5 parzialmente espulsa e migrata in senso craniale, che impronta la superficie ventrale del sacco durale, ernia mediale sotto legamentosa mediana l5-S1.
Figura 1 RM lombo-sacrale, esempio di discopatia degenerativa del tratto l4-s1
Figura 2 Referto diagnostico RM sopra
Partendo da questa base, dopo una attenta valutazione abbiamo impostato un piano di lavoro e settato la bici tenendo conto di preservare la colonna nelle varie fasi di sforzo.
Il movimento imposto alla schiena, se ben bilanciato durante la pedalata può essere benefico e donare mobilità.
Vediamo un esempio di settaggio ad hoc per scaricare un tratto lombare dolorante (ed eccessivamente caricato), la valutazione riguarda il livello di attivazione muscolare durante le fasi del settaggio fino alla conclusione con un coinvolgimento più omogeneo ed indicato.
Vengono analizzate le attivazioni muscolati per stabilite la posizione del ciclista piu adatta al caso.
Figura 3 Analisi muscolare sport specifica, esempio di scarico del tratto lombare durante un bike fitting, da notare come da sinistra a destra dopo lo spostamento del sellino le attiviazioni (picchi anomali) sono notevolmente diminuite.
A seguito di più di un anno dal lavoro svolto, in occasione di un controllo routinario possiamo apprezzare un significativo miglioramento (da referto):
Passaggio migliorativo da ernia a protrusione modica a livello di L4-L5 ed a livello di L5-S1
Ritrovamento nei limiti della norma della curvatura lordosica
Figura 5 Referto RM sopra
Questo successo lavorativo è l’esempio di come sia possibile migliorare le proprie condizioni della colonna praticando sport (anche in mtb), il ripristino dell’equilibrio posturale e la gestione corretta dei carichi sono gli elementi fondamentali per questo tipo di evoluzione.
Va sempre considerato il caso specifico, il lavoro del Bike Fitter è di grande importanza per questo va evitato l’operatore improvvisato.
Il trattamento delle condizioni patologiche deve prevedere la collaborazione sinergica di medici specialisti.
CONCLUSIONI
L’attività ciclistica può essere positiva per la colonna, va necessariamente abbinata ad un costante lavoro di armonia posturale che preveda strategie di riprogrammazione muscolare specificaa, allenamento e tonificazione mirata, recupero e scarico muscolare ed una alimentazione bilanciata e sana.
È inoltre necessario un buon settaggio della bici per non caricare eccessivamente le articolazioni e non enfatizzare lo stress generato dallo sport. La sinergia di queste strategie rappresenta una valida soluzione.
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