Sciatalgia nel ciclismo: ecco le possibili cause

La sciatalgia nel ciclismo: ecco le possibili cause

La pratica del ciclismo per quanto benefica è capace di enfatizzare problematiche posturali esistenti o creare scompensi di tensione nella muscolatura. Nel calderone dei fastidi lamentati troviamo ridondante il dolore nel retro coscia che genericamente e talvolta erroneamente viene definito sciatalgia. Tratteremo il tema del dolore nel retro arto inferiore distinguendo i fattori scatenanti di carattere tecnico da quelli posturali

SE AVVERTO DOLORE NELLA PARTE POSTERIORE DELLA COSCIA HO LA SCIATALGIA?

Quando in un atleta si accusa un fastidio nel retro coscia non è sempre imputabile a sciatalgia. Il termine sciatalgia (dolore della radice nervosa del nervo sciatico) indica un sintomo doloroso irradiato nella parte posteriore dell’arto inferiore e talvolta comprendente anche la bassa schiena, generalmente coinvolge un solo arto e compromette funzionalità e sensibilità in misura variabile. La zona dolorosa segue il suo decorso e nella maggior parte dei casi è causata da compressioni nervose nel tratto lombo-sacrale, ma ci possono esistere casi derivanti da situazioni diverse.

Figura 1 postura ed aree dolorose imputabili a sciatalgia.

Dove si trova il nervo sciatico?

Il nervo sciatico (ischiatico) è un nervo che origina dal plesso sacrale ed è formato da fibre provenienti da tutti i nervi del plesso L4, L5, S1, S2, S3. Le radici del nervo si uniscono in un tronco a ridosso del sacro, esce dalla cavità pelvica passando attraverso il grande forame ischiatico e prosegue al di sotto del muscolo piriforme e lateralmente rispetto al nervo cutaneo posteriore del femore. Si trova in posizione intermedia fra il grande trocantere del femore e la tuberosità ischiatica e decorre verso il basso.

Figura 2 Anatomia dell’arto inferiore con evidenza del nervo Ischiatico, dettaglio del decorso dal sacro.

Superata la natica, il nervo raggiunge la coscia dove decorre in prossimità della linea aspra del femore, a questo livello emette rami per i muscoli posteriori della coscia e per parte del grande adduttore. Giunto in prossimità dell’angolo superiore della cavità poplitea si divide nei suoi rami terminali: il nervo tibiale e il nervo peroniero comune.

Da cosa può dipendere il fastidio nel retro coscia del ciclista?

I motivi possono essere tanti e multifattoriali, affrontiamo questo tema semplificando la spiegazione nelle casistiche più frequenti ed evidenziandone l’origine da due condizioni di natura differente, il gesto tecnico della pedalata e le problematiche posturali del soggetto.
Se parliamo di dolore nel retro coscia derivante da gesto tecnico occorre avere bene chiaro il quadro anatomico e la biomeccanica dell’arto inferiore.
1-Sindrome del piriforme
Il gesto della pedalata può determinare tensioni della muscolatura profonda dell’anca, nello specifico del muscolo piriforme, questo muscolo, data la sua posizione anatomica, se sottoposto ad eccessivo stress contribuisce negativamente alla compressione del nervo sciatico, mimando sintomatologia simile alla sciatica ma denominata sindrome del piriforme (la sindrome del piriforme mima una sciatica s1 tronca).


Figura 3 Muscolo piriforme in dettaglio

2-Affaticamento del tratto lombare
Ogni fase della rotazione della pedivella è accompagnata dal coinvolgimento di masse muscolari definite, in riferimento alla problematica in esame possiamo evidenziare un ruolo fondamentale per la propulsione nel primo quadrante (0/90° di staffa) della muscolatura glutea.
La propulsione sul pedale per mezzo di gluteo ed estensori della coscia producono una forza notevole in rotazione posteriore del bacino, la zona lombare impegnata a contrastare questo movimento viene sottoposta a stress.
A peggiorare questa situazione posso contribuire un sellino posizionato in maniera scorretta o delle staffe di lunghezza non idonea.

 

Figura 4 Esame EMG del muscolo grande gluteo durante le fasi della pedalata

3-Cattiva scelta e posizionamento del sellino
La scelta di un sellino non idoneo all’appoggio ischio-pubico del ciclista o il suo settaggio scorretto può comportare la ricerca di una rotazione innaturale del bacino del soggetto, questo per migliorare la sensazione di appoggio e ricercare la parte anatomica più consona alla superficie.
Ritroviamo anche in questo caso uno stress del piriforme (essendo coinvolto nella retroversione del bacino e nella rotazione esterna ed interna del femore nelle sue varie fasi di flessione), e del tratto lombo sacrale con possibile stress delle radici nervose interessate.

Provate a sedervi su una sella troppo stretta o troppo convessa, ritroverete la posizione comoda nella parte posteriore e ricercherete una leggera retroversione del bacino.

4- Iperestensione dell’arto e mal posizionamento della tacchetta
Un atteggiamento di pedalata in iperestensione dell’arto (sella alta o troppo arretrata) può causare stress della muscolatura della bassa schiena, anca e retro gamba con sintomatologia dolorosa.

Il posizionamento scorretto della tacchetta (generalmente parliamo della rotazione) può indurre la muscolatura dell’anca e dell’arto inferiore ad un atteggiamento anomalo a tutela dell’articolazione, questo perché la rotazione della tacchetta ed il suo posizionamento deve rispettare l’atteggiamento fisiologico dell’arto e garantire la distribuzione bilanciata della spinta al piede.

Se invece parliamo di fastidi derivanti problematiche posturali facciamo riferimento ad atteggiamenti corporei errati e patologie dell’apparato scheletrico che possono peggiorare con l’attività ciclistica.
Parliamo nella peggiore delle ipotesi di soggetti con discopatia nel tratto lombare, in caso di ernia del disco infatti possono avvenire compressioni delle radici nervose con ripercussioni dolorose sulla zona innervata.  Qui è fondamentale rivolgersi a professionisti del settore per una buona rieducazione della colonna e per un posizionamento che carichi il meno possibile la zona interessata.

Casi meno gravi e che producono fastidi minori sono riconducibili a vizi posturali che prevedono tra le varie limitazioni la scarsa mobilità delle ossa del bacino, la limitazione del movimento del rachide lombare e delle ossa del bacino non permette un gesto della pedalata fluido ed assi meccanici corretti, produce uno stress anomalo della colonna, della muscolatura dell’anca e dell’arto inferiore con risultato finale doloroso.
Possiamo avere dolori nel retro coscia e bassa schiena anche in casi di dismetria marcata tra gli arti o eccessiva rigidità della muscolatura.

Come posso alleviare il fastidio mentre pedalo?

La risposta può sembrare banale, ma bisogna affrontare il problema alla radice, va quindi identificata la natura del fastidio (posturale o di settaggio della bici) e risolta seguendo tutti i vari step del trattamento.
Rimane fondamentale avere una buona mobilità del sistema muscolo scheletrico, quindi una buona cura dello stretching ed un occhio attento alla postura ed allo stile di vita (movimenti ripetuti, sollevare carichi pesanti, utilizzo di calzature non idonee, ecc.)

Ecco alcuni esercizi utili ad alleviare il fastidio:
Esempio di tempistica – 30/60” per esercizi di stretching – 5/10’ per le tenute di posizione – a necessità o giornalmente.

Figura 5 Esempio generico esercizi di stretching

È sempre consigliabile un controllo posturale periodico durante la stagione per stilare il piano annuale di esercizi per mantenere la struttura sana e lontana da vizi scorretti.
Lo stesso vale per il controllo della postura sulla bicicletta, verificare gli adattamenti e l’armonia del gesto è fondamentale per non incappare in problematiche.

Conclusioni:
Come abbiamo visto spesso quando abbiamo a che fare con un dolore al retro coscia la soluzione può essere in ordine:

  1. Esercizi di stretching
  2. Visita posturale con programma di lavoro posturale
  3. Settaggio della bici

In questo come in altri casi la costanza nel lavoro e l’attenzione alle sensazioni si rileva fondamentale per il miglioramento della condizione. Nella maggior parte dei casi (non patologici) si riesce a limitare o eliminare il fastidio così da poter svolgere liberamente l’attività con tutti i benefici psico-fisici che ne conseguono.