Saperci definire come atleti e come ciclisti agonisti è fondamentale per indirizzare i nostri allenamenti e la nostra gestione tecnico/tattica in corsa. Conoscere quindi i propri limiti ed i propri punti di forza è un valore aggiunto del ciclista intelligente, che all’interno delle proprie possibilità attuali, saprà muoversi con maggiore efficacia e difficilmente si farà prendere alla sprovvista. Parliamo di una serie di dati, più o meno complessi, utili al coach e all’atleta stesso. In questo articolo vedremo come individuarli e sfruttarli al meglio. Ecco alcuni consigli pratici…
Profilare l’atleta mappandone le sue caratteristiche morfo-funzionali specifiche, non è cosa semplice, e richiede conoscenze avanzate e strumentazioni da laboratorio.
Nella nostra pratica giornaliera, tramite l’analisi delle caratteristiche neuromuscolari del cicliata, del suo VO2max e della soglia anaerobica, della cinetica del lattato, della sua composizione corporea, ecc.. riusciamo a profilare perfettamente ogni atleta ed “incrociarlo” con quanto richiesto dal proprio modello di gara.
Lo stesso concetto può essere applicato anche in ambito “casalingo”, in modo più semplice e con il solo supporto di un power-meter applicato alla propria bici.
Il merito di questo e di tanti altri aspetti di evoluzione del ciclismo moderno, si devono in gran parte a Andrew R. Coggan, fisiologo riconosciuto a livello internazionale, che ha raccolto e studiato dati di potenza su un campione vastissimo di ciclisti riuscendo a mappare dei profili ben definiti.
Se ne riconoscono principalmente quattro:
Il ciclista Sprinter, già morfologicamente lontano dal profilo del ciclista che tutti siamo abituati a vedere, possiede masse muscolari importanti (anche di tronco e treno superiore) ed un rapporto peso/altezza (ed un BMI) non certo da scalatore. A livello di espressione di forza e potenza, possiede una grande capacità di produrre elevati picchi di potenza per una manciata di secondi (da 5 secondi per i più esplosivi sino a 30 secondi per i più resistenti). Queste caratteristiche, d’altra parte, porteranno lo sprinter ha pagare in salita e nelle cronometro più impegnative, a fronte di una richiesta di erogazioni di potenze/peso troppo elevate e durature rispetto alle proprie capacità (genetiche ed indotte dall’allenamento). Ha un ottimo campo di applicazione nel ciclismo su strada (arrivi pianeggianti), in pista e può essere ben “trasformato” per alcune specialità del fuoristrada (es. BMX, DH).
Tabella tipica della profilazione di un ciclista Sprinter.
Eccelle nei valori w/kg riferiti a tempi brevi (5 secondi nell’esempio), può essere discreto nei valori w/kg in durate prossime al minuto, mediocre in ambiti riferiti a durate maggiori (nell’esempio tra i 5 minuti e l’ora).
Il ciclista Inseguitore, morfologicamente, è più leggero ed esile dello sprinter. Non ha la necessità di raggiungere gli eccessi di magrezza dello scalatore e di alcuni cronoman. A livello neumuscolare non è certamente capace di grandi picchi di forza e potenza, ma ottime capacità di erogazione e tenuta di potenze sopra-soglia (120/150% di FTP), molto spesso correlate ad una ottima potenza lattacida e VO2max. Possiede comunque discreti livelli w/kg in zona di soglia anaerobica (spesso grazie ad un peso corporeo contenuto ed una buona efficienza meccanica). Ha un ottimo campo di applicazione nel ciclismo su strada (arrivi con salite brevi o tentativi all’ultimo chilometro), in pista (nelle specialità più lunghe), può essere ben “trasformato” per alcune specialità del fuoristrada (es. XC eliminator, XCO).
Tabella tipica della profilazione di un ciclista Inseguitore.
Eccelle nei valori w/kg riferiti a tempi relativamente brevi (1 minuto nell’esempio), a fronte di capacità neuromuscolari pure non elevate , mentre sono generalmente buoni i valori w/kg riferiti a durate maggiori (nell’esempio tra i 5 minuti e l’ora).
Il ciclista Completo è caratterizzato da un buon rendimento in tutte le componenti della prestazione riferite a diverse durate. Possiede solitamente buone doti di forza e potenza esprimibili in sprint non troppo brevi (es. 15/20”), buone doti di potenza lattacida, un buon VO2max e soglia anaerobica, che lo rendono competitivo in salita ed a cronometro. Rappresenta spesso un probabile vincitore di corse su percorso misti o di corse a tappe. La sua “versatilità”, lo rende molto sensibile all’indirizzo prioritario dato ai suoi allenamenti. Per questo può concentrarsi un anno sulla preparazione a crono e diventare un ottimo cronoman, lavorare in salita migliorando il proprio rapporto peso/potenza in zona di soglia e diventare un buon scalatore, ecc. Ha un ottimo campo di applicazione nel ciclismo su strada (crono, corse di un giorno miste, corse a tappe) e per alcune specialità del fuoristrada (es. granfondo/marathon).
Il ciclista a Cronometro è caratterizzato da scarse doti di sprint e di potenza lattacida, a fronte di un buon VO2max ed una soglia anaerobica estremamante sviluppata, che lo rende molto resistente ed efficiente in durate solitamente superiori ai 30 minuti, sia in cronometro piatte/ondulate sia in salita; il tutto a seconda anche della struttura fisica e del rapporto peso/altezza. Ha un ottimo campo di applicazione nel ciclismo su strada (crono, corse e tappe di montagna) e per alcune specialità del fuoristrada (es. Granfondo/Marathon).
Tabella tipica della profilazione di un ciclista a Cronometro.
Possiede capacità neuromuscolari pure e potenza lattacida non elevate , a fronte di rendimenti molto buoni riferiti a durate maggiori (nell’esempio tra i 5 minuti e l’ora) in particolare quelle riferite alla zona di soglia anaerobica.
Una volta profilato il ciclista, possiamo decidere se “specializzarlo” rafforzando i punti di forza oppure renderlo più “completo”, cercando di colmare le lacune presenti. Questa scelta si deve operare su considerazioni precise basate sul modello di gara scelto (quanto si “allontana” dal modello di ciclista attuale) ed alle reali possibilità di cambiamento dello stesso atleta. Come abbiamo visto, un ciclista “completo” ha maggiori possibilità di modificare il proprio modello, quindi ad esempio se si prepara e si specializza per le cronometro, ha ottime possibilità di riuscita. Diverso è il discorso di un ciclista con una fenotipizzazione più marcata (es. sprinter o scalatore puro) laddove un cambio radicale di richieste di prestazione, non supportate da un genetica “predisposta”, rappresenta spesso una scelta fallimentare.