L’acquisto dello scarpino è sempre motivo di preoccupazione per il ciclista, sappiamo tutti quanto sia fastidioso pedalare con uno scarpino scomodo e quanto questo aspetto sia fondamentale per la buona riuscita dell’attività ciclistica. Gli scarpini da cicliamo non sono tutti uguali, anzi alcuni presentano notevoli differenze tra loro, per cui è importante dedicare del tempo alla ricerca della forma ideale per il nostro piede.
In questo articolo ragioneremo sulle caratteristiche principali dello scarpino da tenere in considerazione al momento dell’acquisto ed indicheremo un rapido ed efficace sistema di scelta.
Il piede è un organo complesso e ha una grande capacità di adattarsi alle forme, basti pensare quante tipologie di scarpe indossiamo nell’arco della vita per lo stesso piede. La sua struttura gli consente di adattarsi (entro i limiti ovviamente) alle forme e di ripartire le spinte date dal peso del corpo e dall’attività muscolare.
La grande diversità delle varie strutture di piede rende difficile l’identificazione del modello adatto a tutti, sono quindi frequenti problematiche dolorose a causa di calzate scorrette. Il perdurare di posizioni errate del piede all’interno della calzatura può comportare la modificazione dell’allineamento fisiologico della struttura.
Per lo scarpino da ciclismo non abbiamo le stesse problematiche tipiche dell’utilizzo della scarpa che utilizziamo per tutti i giorni, essendo uno sport con scarico di forza prettamente di avampiede, sarà in questa regione che avremo le maggiori problematiche.
Torpore dell’avampiede – tomaia anteriore stretta
Indolenzimenti della pianta del piede – tomaia centrale stretta
Indolenzimento della base del 1 e o 5° dito – forma della calzatura incompatibile
Tendinite dell’achilleo – tomaia posteriore stretta o troppo alta
Arrossamento delle falangi – “dita a martello” – scarpa piccola o tomaia anteriore bassa
Figura 1 Esempi di zone tipiche di dolore del piede
Per definire una tipologia di piede ed identificarne le proporzioni dobbiamo procedere alla misurazione di alcuni punti chiave del piede:
Lunghezza longitudinale massima
Larghezza trasversale massima
Struttura delle falangi (identificando il tipo di avampiede)
Altezza dell’arco del piede (identificando il tipo di arco plantare)
Distribuzione del carico sull’appoggio plantare (con analisi visiva del comportamento o con sensori specifici)
Figura 2 Esempio di misura longitudinale e trasversale del piede a sx – appoggio plantare a dx
Determinate questi parametri abbiamo dati sufficienti per identificare scarpe di calzata compatibile con il nostro piede.
Molto spesso per l’acquisto dello scarpino da ciclismo ci si basa solo sul parametro di lunghezza longitudinale massima e non si tiene conto della calzata del piede, questo è il motivo per cui ci si ritrova a dover scegliere una taglia maggiore di quella abituale.
La scelta dello scarpino è molto importante per il comfort e la resa del ciclista, pensate all’importanza del piede non solo come base di appoggio per lo scarico della spinta sul pedale ma anche come organo fortemente propriocettivo e quindi in grado di determinare la coordinazione ed il lavoro muscolare dell’arto inferiore.
Per l’identificazione dello scarpino corretto, la soluzione è semplice ma spesso poco intuibile, avendo a che fare con un mercato di prodotti molto vasto ed in continua modifica abbiamo modelli sempre diversi per questo è sempre consigliabile la prova diretta, nel caso non possiate farlo sarebbe utile avere le caratteristiche di calzata dello scarpino.
Al momento dell’acquisto per effettuare un confronto tra la pianta del piede e l’interno della calzatura possiamo utilizzare quella che io definisco la “regola della soletta”, ovvero basta sfilare la soletta originale dello scarpino e confrontarla con il piede.
La prima valutazione da fare riguarda la compatibilità della forma tra avampiede e parte anteriore della soletta.
Figura 3 Esempio di confronto poco compatibile, il piede risulta abbondante sui lati nonostante la lunghezza sia maggiore dell’ideale.
La forma deve essere compatibile, ovvero non deve prevedere eccessiva deviazione delle falangi o eccessivo spazio libero, è ottimale che la punta della soletta sia 0.5 mm maggiore del della lunghezza longitudinale massima del piede
Una eccessiva deviazione delle falangi per scarpa stretta può provocare sintomatologia dolorosa del piede ed a lungo termine anche una deviazione dell’asse fisiologico delle falangi
Dolore alla base del 5° dito, dita sovrapposte, alluce valgo, ecc.
La seconda valutazione riguarda la larghezza trasversale massima del piede, ovvero bisogna sovrapporre il piede alla soletta ed è necessario che questa non si veda dall’alto ma che non sia troppo piccola rispetto al piede (ottimale 2/3mm per lato di abbondanza). È da considerare errato anche il caso contrario.
Figura 4 Esempio di piede abbondante trasversalmente
Una eccessiva costrizione delle teste metatarsali può provocare sintomatologia dolorosa dell’avampiede, parliamo di metatarsalgia, torpore delle dita o di tutto l’avampiede, ecc.
La terza valutazione riguarda il mesopiede, ovvero bisogna controllare se la larghezza del mesopiede e l’arco plantare siano ben ospitati nella soletta, un piede troppo largo, stretto, piatto con poco arco plantare non ha soluzione con un’unica tipologia comune di suola.
Quando pur rispettando le misure del piede abbiamo un sovraccarico della parte interna o della parte esterna del piede possiam ricercare la causa nell’atteggiamento che assume il piede durante la pedalata.
Un esempio è il piede che non ha la capacità di pronare correttamente, in casi di appoggio non armonico si consiglia una calzatura con suola mobida per consentire al materiale di smorzare ed accompagnare la deviazione dell’asse meccanico (dolore all’esterno del piede del ciclista o alle ginocchia)
Per questo motivo la suola rigida va con il piede bilanciato mentre una suola morbida aiuta i piedi con appoggio decentrato (il parametro di rigidità si può leggere nelle caratteristiche della scarpino da ciclista)
Esistono tecniche di rieducazione funzionale per i vari segmenti corporei, è sempre consigliabile ritrovare la corretta funzionalità del piede oltre alla sua compensazione tramite supporti plantari o strategie di costruzione custom della scarpa.
Con esercizi mirati alla risoluzione del problema è possibile riportare il piede ad una mobilità sufficiente per ripristinare lo scarico omogeneo delle spinte sull’avampiede
Attraverso la realizzazione di una soletta Ergonomica è possibile ottimizzare gli appoggi del piede e risolvere gran parte delle problematiche descritte sopra
Per piedi dalle proporzioni “fuori norma” esiste la possibilità di realizzare scarpini su misura, oggi a prezzi ragionevoli.
Figura 6 Esempio di condizioni del piede che necessitano di un lavoro di riequilibrio
In caso di problematica marcata è consigliabile rivolgersi a personale qualificato per l’identificazione del protocollo corretto da seguire.
Conclusioni:
Per scegliere lo scarpino bisogna valutare bene tutti i parametri così da permettere al piede un alloggio preciso e non costrittivo o eccessivamente ampio. Una buona regola è quella di valutare direttamente la calzata o di confrontare la soletta con il piede.
Lo scarpino può provocare problematiche al piede, ma spesso abbiamo già a che fare con piedi problematici. In questi casi è comunque consigliabile un lavoro di rieducazione funzionale e posturale del piede così da ripristinare le condizioni fisiologiche.