Per chi come me ama questo sport questa domanda è capace di far suscitare migliaia emozioni diverse, il giro di pedale rappresenta per i miei occhi la libertà, per i vostri sicuramente tanto altro, ma tornando ad una analisi meno romantica il giro di pedale è il gesto tecnico del ciclista, un gesto ciclico sottoposto a costanti e variabili.
L’analisi del gesto della pedalata ha grande importanza nello studio del settaggio del ciclista. Una pedalata con parametri di coordinazione e simmetria nei giusti range si traduce in un corretto settaggio del mezzo e quindi in una condizione ottimale per l’espressione di forza richiesta.
Anche se in realtà il metodo di analisi visiva più diffuso rimane l’occhio dell’amico ciclista con cui ci alleniamo che ci riprende con esclamazioni tipiche come “pedali troppo di punta o pedali a stantuffo”, ad oggi, nei centri specializzati abbiamo diverse metodiche per determinare gli stili di pedalata e definirne l’efficienza o meno, come analisi visiva, delle spinte e delle contrazioni muscolari con elettromiografia.
La ricerca della pedalata più efficiente rimane obiettivo di tutti e l’efficienza del gesto è un parametro importante della prestazione ed ha grande valore di eleganza. La pedalata è tanto efficiente tanto è minore lo sforzo impiegato per realizzarla.
La parte anatomica del ciclista da prendere in esame è il complesso gamba-piede. Il ciclista pedalando utilizza (in maniera variabile) molteplici muscoli, questa energia viene trasmessa al pedale per mezzo del complesso gamba/piede che ha l’importante compito di distribuire armonicamente sul pedale la forza prodotta.
Il sistema di leve corporee che comprende iliaco, femore, tibia, perone e tarso collaborano tutti per la riuscita di un gesto armonico ed efficiente. Nonostante questo, il ruolo più importante e dove è richiesta maggiore collaborazione rimane il complesso gamba-piede attraverso l’articolazione tibio-tarsica e tutta la muscolatura interessata.
I movimenti del piede che interessano il ciclismo sono principalmente la flessione dorsale (flessione) e la flessione plantare (estensione).
Il pedale durante la sua rivoluzione disegna una traiettoria circolare perfetta ed è compito della tibio-tarsica (e della muscolatura) posizionarsi in maniera tale da permettere che la spinta prodotta si scarichi sul pedale incoraggiandone la rotazione oraria.
Per analizzare al meglio il gesto semplifichiamo la rivoluzione di 360° dividendola in 4 quadranti da 90° suddivisi nel modo descritto dall’immagine.
Stile di Piatto: la pedalata di piatto è una pedalata poco elegante ed efficiente, prevede quasi sempre una scarsa collaborazione della muscolatura della gamba e durante la spinta il piede subisce una flessione sulla tibia prossima o inferiore ad 80°. Visivamente risulta un gesto lento e pesante.
Stile di Punta: la pedalata di punta prevede il piede in estensione prossima o superiore a 105°, questo tipo di pedalata prevede una scarsa mobilità della caviglia, visivamente risulta un gesto più agile e fluido del precedente seppur scarso in resa.
Stile Piatto-Punta: la pedalata che prevede un gesto di piatto in spinta e di punta in trazione è la condizione meno redditizia per il ciclista, spesso causata da scarso trofismo della gamba o da problematiche coordinative. Non trasferisce al pedale una spinta efficiente e ha punti morti accentuati e scarsa collaborazione nella fase di “tiro”, non permette quindi la giusta coordinazione al gesto.
Stile Classico: la pedalata classica è una pedalata che prevede una estensione del piede prossima ai 95°. Questo tipo di pedalata sfrutta al meglio le possibilità muscolari dell’arto inferiore e trasferisce al pedale una spinta continua seppur non costante; tale continuità aumenta l’efficienza del gesto e la ripartizione dello sforzo tra le strutture muscolari coinvolte.
Abbiamo riportato alcuni esempi di stile di pedalata facendo una breve analisi visiva del comportamento del complesso gamba-piede. Grazie alla strumentazione moderna esistono ad oggi molteplici sistemi di determinazione delle spinte al piede durante la pedalata; è proprio grazie a questi sistemi che si è potuto affermare che spesso una pedalata elegante è anche efficiente e un gesto armonico dell’arto inferiore infatti prevede un ciclista composto e quindi elegante.Il gesto pedalato è il risultato della collaborazione di molteplici muscoli dell’arto inferiore, a volte possiamo ritrovare gesti estremamente efficienti ma non altrettanto visivamente coordinati, per questo è sempre comunque consigliabile la misurazione diretta delle spinte.
Per migliorare il gesto della pedalata è fondamentale accumulare chilometri in allenamento, il gesto viene affinato con l’uso e la necessità dell’organismo di limitare gli sprechi contribuisce alla acquisizione della giusta coordinazione.
Come qualsiasi altra condizione la caratteristica della coordinazione è per lo più genetica, ma potenziabile con allenamenti specifici ed è comunque consigliabile affidarsi a tecnici allenatori esperti possibilmente laureati.
In passato come oggi la ricerca del miglioramento del gesto atletico è sempre stato argomento di interesse, si sono escogitati sistemi come lo “scatto fisso”, le pedivelle svincolate, strumenti da palestra per allenare i comparti muscolari deboli, tipologie di esercizio mono podalico, tipologie di esercizio coordinativo e tanti altri.
Oggi grazie all’evoluzione tecnologica siamo in grado di visualizzare in tempo reale dati di efficienza e coordinazione direttamente sul nostro computerino della bicicletta, e i nuovi power-meter ci consentono di allenare la rotondità di pedalata e di monitorare il bilanciamento tra gli arti.
Questi strumenti raccolgono dati importanti e, nel casoI movimenti del piede che interessano il ciclismo sono principalmente la flessione dorsale (flessione) e la flessione plantare (estensione). riscontriate anomalie, vi consiglio di affidarvi ad un biomeccanico esperto che possa aiutarvi ad interpretare i dati e trovare la soluzione al problema.
Il settaggio della bici ha un ruolo importante nella ricerca della coordinazione del gesto, è infatti fondamentale che il ciclista venga messo in condizione di effettuare un gesto efficiente.
L’ottimizzazione dell’assetto ha impatto positivo sull’efficienza e facilità l’affinamento coordinativo del ciclista.