E’ ormai di larga discussione il tema delle problematiche di mal di schiena nel ciclismo, in questo articolo cercheremo di dare importanza ad un aspetto che spesso non ottiene la giusta considerazione dagli atleti, ovvero l’importanza di mantenere sana e mobile la colonna vertebrale.
Come tutti sappiamo o possiamo immaginare, la postura del ciclista sul mezzo è innaturale e non rispetta le leggi della statica . Il cislista per stare comodo in sella deve mantenere in buona salute la colonna vertebrale rendendola capace di adattarsi al gesto tecnico richiesto.
Il male alla schiena nel cislismo subentra sempre quando (tralasciando l’aspetto dei parametri di posizionamento o patologie) siamo in presenza di ipomobilità o statica posturale alterata quindi uno dei rimedi per il mal di schiena del ciclista rimane l’esercizio posturale.
Il mal di schiena del ciclista può interessare tutte le zone della colonna, abbiamo il mal di schiena lombare , il mal di schiena dorsale , il mal di cervicale (attenzione al posizionamento dei componenti della bici).
Seppur sia consnigliabile ripristinare la mobilità della colonna in difetto, esiste comunque la possibilità di impostare la bici in modo da compensare ed evitare il mal di schiena in bicicletta.
(Figura 1 Confronto del rachide ortostatica/bicicletta)
La schiena del ciclista è sottoposta a notevoli carichi durante molte fasi dell’attività sportiva, possiamo dunque capire quanto sia importante un corretto settaggio della bici per la distribuzione dei carichi tra i vari segmenti corporei; ciò nonostante anche i soggetti ben posizionati e senza particolari problematiche hanno bisogno di attuare determinate strategie per non incombere in problematiche posturali/dolorose future.
Analizzando le dinamiche che si presentano nel ciclismo, dobbiamo considerare la pratica di questo sport come un elemento di disturbo e stress per la colonna (parliamo sempre di attività agonistica o pseudo agonistica), per questo motivo sarà sicuramente utile prendere coscienza e lavorare di conseguenza per decompensare in parte gli adattamenti che si vengono a creare.
Vediamo di comprendere le differenze sostanziali di postura tra la posizione in piedi (ortostatica) e la posizione sulla bicicletta, cosi da identificare meglio le problematiche che ne possono conseguire.
In ortostatismo l’asse di gravità perpendicolare alla superficie, incrocia la colonna in corrispondenza del tubercolo anteriore di c1-c6-t9-s3 ed estremità del coccige; il peso della parte superiore del corpo viene scaricato sugli arti inferiori per mezzo del bacino attraverso l’articolazione sacroiliaca, per poi arrivare al piede e scaricato a terra.
Ritroviamo in questo atteggiamento una condizione di equilibrio tra le forze ed un carico gravitazionale prevalentemente verticale sulla struttura.
La postura in bici prevede flessione anteriore della colonna con la modifica delle curvature fisiologiche accompagnate dal movimento del bacino intorno all’asse bicondiloideo (ritmo lombo pelvico-movimento fondamentale per la mobilità del rachide). Vediamo insieme il perchè del mal di schiena dopo o durante un’ uscita bici.
(Figura 3 Confronto delle curve del rachide ortostatica/bicicletta, in evidenza i settori maggiormente stressati)
In questa posizione, il peso della testa non grava verticalmente sulla colonna, ma essendo distante dal punto di appoggio (sellino) e con braccio di leva pari a questa distanza, si avrà un maggiore affaticamento muscolare.
Questa grande differenza di posizione rispetto al normale e la tenuta della posizione nel corso degli allenamenti (spesso di ore), può generare dei vizi posturali o delle situazioni di stress più o meno marcate; le posture che non rispettano le normali curvature possono generare tensioni anomale, come vediamo nell’esempio in foto, l’aumento del carico della muscolatura posteriore che si ha conseguentemente alla flessione anteriore.
(Figura 4 Esempio di stress della muscolatura a seguito della flessione anteriore del rachide)
Esistono diverse combinazioni di adattamento possibili, tutte dipendenti dalle condizioni di partenza, predisposizione e stile di vita, oltre che alla postura sul mezzo. Tutti i vari adattamenti possibili prevedono per la maggior parte dei casi una anteposizione delle spalle e la proiezione del capo in avanti.
Per permettervi di fissare meglio il concetto, farò tre esempi di casi comuni su soggetti sani: nell’immagine sottostante si può notare un primo atteggiamento ideale, un secondo atteggiamento nel quale si riscontra una postura Cifo-Lordotica ed un terzo atteggiamento chiamato Sway-Back.
(Figura 5 Esempio di Postura normale – Cifo Lordotica – Sway Back)
Entrambi questi adattamenti vedono fondamentale il ruolo della muscolatura che inserziona il bacino in grado di modificarne l’atteggiamento e quindi di influenzare tutte le curve della colonna.
Ogni ciclista in caso di mal di schiena e non, dovrebbe prendere coscienza della propria postura e lavorare giornalmente (con assiduità) per mantenere in salute la propria colonna.
Consiglio sempre la supervisione cadenzata di un professionista del settore certamente in grado di guidarvi nel lavoro di riequilibrio posturale.
Effettuate questo semplice test:
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Esercizio da eseguire 1 x 1-2’ |
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